Grosso (Italia)
Grosso comune | |
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Palazzo Armano | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Città metropolitana | Torino |
Amministrazione | |
Sindaco | Lorenzo Spingore (lista civica) dall'8-6-2009 (3º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 45°15′27.01″N 7°33′28.47″E |
Altitudine | 394 m s.l.m. |
Superficie | 4,33 km² |
Abitanti | 1 004[1] (31-3-2024) |
Densità | 231,87 ab./km² |
Frazioni | Case Maciurlat, Vauda, Vigna |
Comuni confinanti | Corio, Mathi, Nole, Villanova Canavese |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 10070 |
Prefisso | 011 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 001119 |
Cod. catastale | E203 |
Targa | TO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 945 GG[3] |
Nome abitanti | grossesi |
Patrono | san Lorenzo martire, santo Stefano, san Giuseppe |
Giorno festivo | 19 marzo |
Cartografia | |
Localizzazione del comune di Grosso nella città metropolitana di Torino. | |
Sito istituzionale | |
Grosso (Gròss in piemontese) è un comune italiano di 1004 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La fondazione di Grosso si colloca nel tardo medioevo: il primo documento storico che nomina la parrocchia di Grosso è del 1209. Sui territori paludosi della sponda sinistra della Stura di Lanzo vennero edificati quattro ricetti: Nole, Villanova, Liràmo e Grosso. Il ricetto è una struttura difensiva medievale, tipica della parte orientale del Piemonte.
Le terre che, a causa di naturali cambiamenti climatici, divennero molto fertili, vennero concesse a vassalli imparentati con i marchesi del Monferrato. È probabile che, non solo i signori, ma anche i primi coloni, provenissero dal basso Monferrato o dal Vercellese, per alcune peculiarità della parlata locale. Insieme col ricetto, venne edificata una casa padronale, impropriamente chiamata "castello": di ambedue le costruzioni, rimangono alcuni tratti della cinta muraria originale. Della stessa epoca è anche la fondazione della chiesa parrocchiale, dedicata a san Lorenzo: nonostante numerosi rimaneggiamenti e ampliamenti — a partire dal 1719 — che ne hanno resa poco leggibile la struttura e la storia, la navata centrale è ancora quella della sua fondazione duecentesca. Dopo l'incendio (1326) del ricetto di Liràmo, alla Parrocchia di Grosso furono assegnate anche quelle terre: la Chiesa parrocchiale prese quindi il titolo di "Santi Lorenzo e Stefano" (essendo Stefano il patrono di Liràmo).
Sul territorio di Grosso insiste anche un'altra piccola chiesa, di almeno cento anni precedente la parrocchiale: è la chiesa di San Ferreolo, di fondazione benedettina. Essa fa parte di una sorta di camminamento, che dall'abbazia di San Mauro, alle foci dello Stura di Lanzo, porta fino all'imbocco delle valli, ai margini dunque della pianura fluviale dello Stura: questo cammino, allora in terre semipaludose, consentiva ai monaci benedettini sanmauresi di recarsi nelle valli, per evangelizzare le popolazioni indigene. In San Ferreolo (l'intitolazione al santo francese è trecentesca) sono stati riscoperti, negli anni settanta, pregevoli affreschi, che gli studiosi hanno fatto risalire alla scuola svizzera di Reichenau.
Verso la metà del XVII secolo, la Signorìa di Grosso venne acquistata dal conte Francesco Armano (o Armani), medico di Cirié di origine umbra. Questi fece demolire l'antico "castello", conservando solo la cappella gentilizia, ove sostò, durante almeno una delle sue due traslazioni cinquecentesche da Chambéry a Torino, la Sacra Sindone, alla quale la cappella è dedicata. In luogo dell'antica casaforte, l'Armano fece edificare una tipica dimora seicentesca, luogo di soggiorno e di svago. Ad affrescare riccamente le sale del palazzo, che domina la piazza principale, intervennero i Maestri Campionesi: rarissima testimonianza, nel Piemonte occidentale, della loro opera. Memore forse di qualche trascorso mantovano, fece anche approntare una Sala delle Muse, destinata a esecuzioni di teatro musicale. Il palazzo Armano è di proprietà privata; dopo decenni d'incuria, è stato recentemente restaurato.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[4]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]L'economia del paese, che, fino alla metà del XIX secolo, era stata prettamente agricola, conosce proprio in quegli anni una svolta determinante. Si racconta che sia stato il parroco dell'epoca, don Pietro Mellica, ad insegnare ai grossesi l'arte di fabbricare sedie e tavoli.
A tutt'oggi, l'economia di Grosso si regge sulla produzione di mobilio artigianale, frutto del lavoro di numerose botteghe, pressoché tutte a conduzione familiare. Quest'attività ha raggiunto il suo culmine tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, portando il piccolo comune a raggiungere fama nazionale.
Da questa radice artigianale è nata, per inciso, la Gufram, un'azienda con sede attualmente a Barolo, che a partire dagli anni sessanta ha avuto un ruolo significativo nell'evoluzione del design legato all'arredamento ed i cui migliori esempi sono ospitati in numerosi musei di arte contemporanea del mondo.[5][6]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2009 | Carlo Giachetti | lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Lorenzo Spingore | lista civica | Sindaco | |
2014 | 2019 | Lorenzo Spingore | lista civica Rinnovamento grossese[7] | Sindaco | II mandato |
2014 | 2019 | Lorenzo Spingore | lista civica Rinnovamento grossese | Sindaco | III mandato |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ A. Cavallari Murat, Lungo la stura di Lanzo, Torino, 1973.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 8.
- ^ Comune di Grosso, La Repubblica; risultati on-line su www.repubblica.it (consultato nel giugno 2014)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Stazione di Villanova-Grosso
- Redazionale n. 13 articolo di Ezio Albrile sulla cappella romanica di San Ferreolo a Grosso Canavese
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Grosso
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.grosso.to.it.
- Gròsso (Torino), su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 237025304 |
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